Patenti digitali europee. Una sfida per la sicurezza
La proposta della Commissione, che dovrà essere vagliata e votata prima dal Parlamento europeo e poi dal Consiglio degli Stati membri, mira non solo a un documento digitale riconoscibile e valido in tutti gli Stati, ma soprattutto a migliorare la sicurezza sulle strade europee.
Saranno più rigide le regole per i neopatentati che dovranno superare un periodo di prova di due anni e zero la tolleranza per la guida in stato di ebbrezza.
Sarà però possibile sostenere l’esame di guida e iniziare a circolare in auto e camion accompagnati già a 17 anni.
La patente B digitale autorizzerà alla guida di veicoli più pesanti, tenendo conto che quelli elettrici, verso i quali l’Unione punta, avranno massa maggiore degli attuali.
Formazione e test verranno mirati a una maggiore attenzione verso pedoni, ciclisti, scooter, monopattini e bici elettriche che, secondo le intenzioni Ue, saranno sempre più numerosi per giungere ad una mobilità sostenibile nel continente. Gli esami di guida valuteranno anche le conoscenze in tema di nuova mobilità. Ad esempio l’utilizzo della guida autonoma.
Cambierà, infine, anche la valutazione medica dell’idoneità alla guida che dovrà tener conto dei progressi della medicina e delle nuove patologie.
Ottenere la patente digitale sarà un passo avanti per sburocratizzare tutti i passaggi. Più facile sostituirla, rinnovarla o cambiarla perché si potrà fare online.
La sicurezza
Gli stati membri potranno accedere ai registri e quindi individuare più facilmente i trasgressori anche quando abbiano commesso infrazioni in altri stati. Verranno ampliate le infrazioni punibili, oltre all’eccesso di velocità e alla guida in stato di ebbrezza, sarà perseguibile anche chi non mantiene la distanza di sicurezza, il sorpasso pericoloso; il parcheggio pericoloso; l’attraversamento delle linee bianche continue; la guida contromano; il mancato rispetto delle norme sull’utilizzo dei corridoi di emergenza; l’uso di un veicolo sovraccarico.