Colpo d’acceleratore per la rete transeuropea dei Trasporti
In Europa no ai ritardi
In Europa no ai ritardi
Nessuna opposizione dalla plenaria del Parlamento Ue, in corso a Strasburgo, al mandato negoziale votato la settimana scorsa dalla commissione Trasporti (Tran) sulle linee guida per lo sviluppo della rete Ten-T. Tutto pronto dunque per l’avvio dei negoziati finali (triloghi) con il Consiglio Ue. Il primo round negoziale – comunica una nota del Parlamento – dovrebbe tenersi lunedì prossimo 24 aprile. Intanto i deputati hanno proposto alla Commissione di avviare immediatamente una procedura di infrazione e di ridurre o interrompere i finanziamenti. Il Parlamento europeo chiede inoltre standard tecnici e operativi unificati per ogni modalità di trasporto e sottolinea che il trasporto intermodale dovrebbe avvenire principalmente su rotaia, vie navigabili interne o navigazione a corto raggio, mentre eventuali tratte iniziali e/o finali possono essere effettuate su strada.
L’accelerazione italiana
Il Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del dicastero guidato da Matteo Salvini e di quello condotto da Raffaele Fitto- rispettivamente Trasporti e Infrastrutture e Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr – recepisce le indicazioni europee che indicano la soglia limite del 2030 per la realizzazione dei corridoi della rete Ten T soprattutto nell’Europa centrale. La data limite per la rete globale, invece, è fissata al 2050. Non manca, in realtà, molto, se si considerano i tempi biblici italiani per la realizzazione delle infrastrutture.
L’obiettivo
Il traguardo primario da raggiungere è il completamento sincronizzato e tempestivo della rete Ten-T attraverso la razionalizzazione delle misure per promuovere la realizzazione dei collegamenti transfrontalieri sui corridoi della rete centrale il cui costo superi i 300 milioni di euro. Dunque ferrovie completamente elettrificate per la rete centrale Ten-T, con treni passeggeri da almeno 160 km/h e treni merci da 100 km/h, capaci di attraversare i confini interni dell’Ue in meno di 15 minuti entro la fine del 2030. In seguito alla guerra della Russia contro l’Ucraina, i deputati sostengono infine uno stop ai progetti di infrastrutture di trasporto con la Russia e la Bielorussia e il rafforzamento della partnership con l’Ucraina e la Moldavia.
L’iter italiano
Corsia preferenziale, dunque, per i progetti individuati con procedure semplificate, più veloci per il rilascio delle autorizzazioni, accompagnate dalla certezza di un termine per le procedure di autorizzazione, la cui durata massima non può essere superiore a quattro anni. Anche se spunta l’eccezione: possibilità di proroga di due volte – e già si giungerebbe a ben 12 anni – ma solo in casi debitamente giustificati.
Individuate, poi, le autorità con le quali i promotori dei progetti dovranno confrontarsi. Saranno queste il punto di contatto per qualsiasi tappa dell’iter. Forniranno le informazioni destinate al promotore del progetto, svolgeranno attività di vigilanza sul calendario della procedura di autorizzazione, forniranno, su richiesta, le indicazioni per la trasmissione di tutte le informazioni e di tutta la documentazione pertinente, comprese tutte le autorizzazioni, le decisioni e i pareri che devono essere ottenuti ai fini della decisione di autorizzazione.
I corridoi già individuati
Le opere inserite tra quelle prioritarie per la rete italiana vanno dal Ponte sullo Stretto di Messina, che ne rappresenta il tassello più a sud e la cui importanza strategica è stata sancita in un decreto che ne rimette in corsa la realizzazione, alle reti centrali che vanno dalle ferrovie tra Venezia e la Slovenia, ai collegamenti con Francia, Svizzera e Austria.
Quattro dei nove Corridoi TEN-T interessano l’Italia:
- il Corridoio Mediterraneo attraversa il Nord Italia da Ovest ad Est, congiungendo Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna;
- il Corridoio Reno Alpi passa per i valichi di Domodossola e Chiasso e giunge al porto di Genova;
- il Corridoio Baltico Adriatico collega l’Austria e la Slovenia ai porti del Nord Adriatico di Trieste, Venezia e Ravenna, passando per Udine, Padova e Bologna;
- il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo parte dal valico del Brennero e collega Trento, Verona, Bologna, Firenze, Livorno e Roma con i principali centri urbani del sud come Napoli, Bari, Catanzaro, Messina e Palermo.
Il completamento della rete Core per il 2030 richiede all’Italia uno sforzo importante, soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento dei collegamenti ferroviari e stradali e il completamento dei collegamenti di “ultimo miglio” a porti e aeroporti della rete Core.