Decarbonizzazione: la proposta di imprese e associazioni italiane a Cop 29
Viene dalle associazioni e dalle imprese italiane una proposta tangibile per la decarbonizzazione dei trasporti. Occasione per presentare il “carbon correction factor” un evento svoltosi nell’ambito di Cop 29, da poco conclusa a Baku. “Scenari di decarbonizzazione per un trasporto stradale pesante sostenibile e competitivo” è il titolo dell’appuntamento organizzato da Anita, Anfia, Assogasliquidi-Federchimica e […]
Viene dalle associazioni e dalle imprese italiane una proposta tangibile per la decarbonizzazione dei trasporti. Occasione per presentare il “carbon correction factor” un evento svoltosi nell’ambito di Cop 29, da poco conclusa a Baku.
“Scenari di decarbonizzazione per un trasporto stradale pesante sostenibile e competitivo” è il titolo dell’appuntamento organizzato da Anita, Anfia, Assogasliquidi-Federchimica e Unem. La proposta, presentata il 21 novembre, era stata selezionata dal dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e ha visto la partecipazione anche del viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Edoardo Rixi.
La strada indicata da associazioni e imprese coinvolte è quella di una decarbonizzazione realistica e percorribile. Proprio nei trasporti, infatti, l’Italia sta tentando di effettuare grossi investimenti, anche tecnologici, per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ed in particolar modo nel trasporto pesante.
Soluzioni che possono dare un fondamentale ed immediato contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.
La sintesi della proposta italiana presentata a Cop 29
Modificare la regolamentazione sui target di riduzione delle emissioni dei veicoli, introducendo un “carbon correction factor” permetterebbe di raggiungere realmente gli ambiziosi e condivisi obiettivi di decarbonizzazione, valorizzando tutte le tecnologie effettivamente in grado di abbattere le emissioni di CO2.
Sostanzialmente secondo i proponenti italiani bisognerà affiancare alle tecnologie elettriche e ad idrogeno, anche quelle alimentabili con carbon neutral fuels (biocarburanti avanzati, biometano, bioGNL e BioGPL, recycled carbon fuels, e-fuels o carburanti sintetici).
Le decisioni della Cop 29
Intanto la Cop 29 si è chiusa quasi due giorni dopo il previsto a causa delle difficoltà di raggiungere un accordo. In particolare il dibattito più acceso è stato per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Affrontare il cambiamento climatico, le sue conseguenze, mettere al bando le fonti di energia inquinanti che provengono dai fossili non è impresa poco costosa.
Pe raggiungere il traguardo della decarbonizzazione, insomma, occorrono aiuti economici.
Raggiunto la notte di domenica l’accordo tra quasi 200 nazioni al vertice Cop29, dopo quasi due settimane di trattative. È stato infatti previsto l’aumento degli aiuti ai paesi in via di sviluppo contro il cambiamento climatico. Dagli attuali 100 miliardi all’anno si arriverà fino a 300 miliardi all’anno nel 2035, con l’obiettivo di aiutare le nazioni povere a far fronte alle devastazioni del riscaldamento globale.
Cifra triplicata rispetto al passato ma che è ancora decisamente lontana dalle stime fornite dagli esperti. I paesi in via di sviluppo avevano infatti chiesto 1300 miliardi di dollari. Così l’aumento deciso è stato definito solo “una base” per iniziare il lungo percorso. I 300 miliardi di dollari saranno destinati ai Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di denaro per liberarsi dal carbone, dal petrolio e dal gas che causano il surriscaldamento del pianeta, per adattarsi al riscaldamento futuro e per pagare i danni causati dalle condizioni climatiche estreme.
L’accordo, però, anticipa al 2030 l’obiettivo di triplicare i finanziamenti, prevalentemente pubblici.
L’Unione europea non è riuscita poi ad ottenere un monitoraggio costante e annuale degli sforzi per uscire da petrolio, gas e carbone.