Indagine carenza autisti: i dati della Cgia di Mestre e del Mit
L’indagine della Cgia di Mestre, ultima in ordine di pubblicazione sul tema, ha stimato che sono oltre 22mila i camionisti che mancano all’appello del mercato del lavoro. E questo è solo il dato italiano. Ma il problema riguarda l’intero territorio europeo. Le ragioni della carenza secondo l’indagine Le principali ragioni, secondo l’indagine, che allontanano al […]
L’indagine della Cgia di Mestre, ultima in ordine di pubblicazione sul tema, ha stimato che sono oltre 22mila i camionisti che mancano all’appello del mercato del lavoro.
E questo è solo il dato italiano. Ma il problema riguarda l’intero territorio europeo.
Le ragioni della carenza secondo l’indagine
Le principali ragioni, secondo l’indagine, che allontanano al momento i giovani da questa professione sono Stress, impegno fisico e orario di lavoro che si distribuisce lungo la gran parte della giornata.
«Per guidare un tir è necessario per legge conseguire la patente di guida professionale (CQC) – spiega la Cgia di Mestre – che ha un costo di migliaia e migliaia di euro che scoraggia, in particolare i giovani, a intraprendere questo mestiere». Molti andranno in pensione e solo una piccola parte sarà sostituita dalle nuove generazioni, aggiunge poi lo studio Cgia.
I dati del Mit
Gli ultimi dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti forniscono un quadro leggermente più incoraggiante, ma non sufficiente ad evitare la crisi che potrebbe derivare dalla carenza di autisti professionali.
Gli under 25 titolari di una carta di qualificazione del conducente (Cqc) sono aumentati del 65,9% dal 2019 a oggi.
Infatti se raffrontati al periodo precedente al Covid, ad oggi le Cqc attive sono diminuite di oltre un terzo, passando da 1.177.077 del 2019 alle 767.948 attuali. Questo significa che ci sono 409.129 autisti in meno rispetto al 2019.
Chi nel 2019 aveva sui 60 anni è ancora nel settore, con un aumento del 16,4% dei 65-69enni. E a fronte di tanti autisti ormai prossimi alla pensione nella fascia d’età tra i 30 e i 59 anni la diminuzione è grave: in quattro anni sono diminuiti del 40%, passando dai 1.031.156 del 2019 agli attuali 626.045.
Ad abbandonare la professione sono stati, in particolare, coloro che prima della pandemia avevano tra i 30 e i 35 anni.
Secondo gli esperti del settore è probabile che gli autisti di questa fascia d’età abbiano trovato collocazione nella logistica dell’ultimo miglio, utilizzando furgoni e mezzi più piccoli per cui basta la patente B.
Il rischio evidenziato dall’indagine
Il rischio maggiore è che tanti “semilavorati e prodotti finiti rimangano bloccati all’interno dei cancelli delle fabbriche dove sono stati realizzati perché non ci saranno i Tir sufficienti a trasportarli a destinazione” – scrive la Cgia nell’analisi che accompagna l’indagine.
Insomma fra meno di un decennio il settore potrebbe non essere più in grado di soddisfare interamente le richieste di trasporto merci avanzate dai committenti.