Pedaggi: chi inquina paga, anche in Svezia
La Svezia è ormai pronta ad essere il quarto paese che introduce il calcolo delle emissioni inquinanti nelle tariffe dei pedaggi. Si tratta di adottare la Direttiva dell’Unione Europea 362 del 2022. È proprio questa infatti, ad aver introdotto nuove regole relative alla tassazione sia delle merci che dei passeggeri che viaggiano sulla rete trans […]
La Svezia è ormai pronta ad essere il quarto paese che introduce il calcolo delle emissioni inquinanti nelle tariffe dei pedaggi.
Si tratta di adottare la Direttiva dell’Unione Europea 362 del 2022. È proprio questa infatti, ad aver introdotto nuove regole relative alla tassazione sia delle merci che dei passeggeri che viaggiano sulla rete trans europea Ten T.
La Direttiva 362 introduce infatti tariffe basate sia sui chilometri percorsi che sui costi generati dalle emissioni di CO2 nonché da quelli di mantenimento delle infrastrutture. Insomma chi usa la strada paga e ancor più chi inquina.
Le due proposte svedesi
Due sono le proposte di legge presentate in Svezia.
La prima riguarda il mantenimento delle infrastrutture stradali che “scarica” gli oneri appunto sui pedaggi.
La seconda, invece, introduce il calcolo dell’inquinamento causato dai veicoli pesanti. Sia esso acustico che atmosferico.
Entrambe le leggi, ancora non definitive, potrebbero entrare in vigore dal 1° maggio 2024.
In realtà il termine per recepire la Direttiva 362 è il 24 marzo 2024, ma l’Italia è in netto ritardo.
Ci hanno già pensato, invece, la Germania, che ha aumentato i pedaggi inserendo la classificazione dei veicoli in base alle emissioni di Co2 fin dal 1 dicembre 2023, l’Austria che ha inserito il costo delle emissioni di anidride carbonica dal 1° gennaio 2024 e la Repubblica Ceca che ha stabilito l’entrata in vigore del nuovo calcolo dal 1° marzo.
In Italia l’iter, complesso, è stato appena avviato. Il testo complessivo è stato discusso alla Camera, dovrà poi passare al Senato e quindi bisognerà attendere i decreti attuativi.